La nuova Tenda

Carissimi lettori,

Ci scusiamo per il ritardo con cui esce “La Tenda”, ma siamo certi che comprenderete il disorientamento dovuto al Corona virus, al confinamento, alla difficoltà di stampare e distribuire il cartaceo, anche all’incertezza economica, che può essere risolta solo dal  sostegno dalla Fondazione Tercas.

La decisione è stata quella di continuare a pubblicare il nostro mensile – come siamo certi desiderano non pochi lettori che ci hanno scritto e lo attendono –  on line. Oltre all’abbattimento dei costi di stampa e di spedizione (ma non quelli della piattaforma), si riduce anche il lavoro di redazione, che resta affidato alla prof.  Margherita Di Francesco, con la quale si prega di concordare e alla quale inviare articoli.  Direttore responsabile continuerà ad essere Attilio Danese. Referente per tutti i problemi tecnici è Mad Studio Design srl  (via Torre Bruciata, 18, 64100 Teramo TE).

 Il nostro giornale sarà ugualmente e forse più attrattivo, giudicate voi. Per farlo conoscere nella sua nuova veste, abbiamo bisogno di indirizzi e mail  (e, potendo, del solito abbonamento) in modo da inviarlo al più largo numero di lettori possibili.

Nonostante i cambiamenti, cercheremo di tenere fede agli intenti di fondo sin qui costanti. Come è noto, “La Tenda” ha una origine parrocchiale (Don Giovanni Saverioni la fondò come strumento di collegamento per la Parrocchia “Madonna della Salute”), ma successivamente è stata ripresa e legalmente registrata da Attilio Danese. Tra i componenti la redazione, il riferimento alla fede cristiana è condiviso – credo di poter dire – ma con diverse sfumature personali e sempre con un accento laicale imperniato più sulla vita, che sulla dottrina. Non sempre perciò vi si può trovare l’eco della curia e del Magistero. C’è libertà di opinione ma ci sentiamo vincolati al rispetto delle obbligazioni che ogni persona verso l’altro, indipendentemente da appartenenze di fede, di partito, di razza, di genere.

Similmente per la politica: sul giornale si possono trovare opinioni che riflettono appartenenze niente affatto univoche, il che può provocare discussioni accese anche tra i redattori. Finora tuttavia le differenti opinioni non hanno spezzato il legame, nella fiducia condivisa sul fatto che ciascuno cerca di convergere su ciò che gli sembra cosa buona.

Anche noi de “La tenda” possiamo commettere errori. Credo però di poter dire che coloro che ci leggono sanno che ogni collaboratore esprime il suo pensiero, condivisibile o meno, in modo verace, senza secondi fini, senza intenti adulatori e paura di ritorsioni. Sanno anche che non si vuole un pensiero unico, e che perciò si possono trovare opinioni anche  contraddittore: il punto dirimente è la probità di chi scrive.  Ogni cittadino deve alla fine decidere di quali giornali e giornalisti fidarsi.

Un grazie di cuore a quanti lavorano per far vivere “La Tenda” e a quanti la accolgono con piacere. Continuerà a vivere finché ci saranno persone che si fidano di questa testata, apprezzano la libertà di opinione e la schiettezza della comunicazione.