Un , due, … ter

Un , due, … ter

Nel momento buio che stiamo attraversando, isolati, confinati, distanziati dalla vita normale, impauriti, capita spesso di tornare con la mente al passato e nel bombardamento delle notizie politiche ci assale  la nostalgia delle  discrete e felpate tribune politiche di Jader Jacobelli, di una classe politica colta e misteriosa che agiva nelle stanze del potere con grande competenza, che ha ridato decoro e benessere all’Italia del dopoguerra . Immune da errori? Assolutamente no! Se si riflette, tuttavia, sulla situazione attuale si comprende che  la classe politica del click non è all’altezza della precedente, che la politica minuto per minuto (con le esternazioni via etere, coni social, i talk show, le maratone), si è trasformata in uno spettacolo quotidiano da compagnia di giro, assai ripetitivo, e mostra un declino culturale  e etico, per nulla utile alla crescita del nostro Paese.

Lo spettacolo cui stiamo assistendo da parecchio tempo,  ha tutti gli ingredienti di una tragica pièce teatrale o, per essere ‘moderni’, di un reality show, ricco di eventi funesti, di tradimenti, di speranze, di  capriole, di abbandoni, di espulsioni, di affermazioni drastiche smentite 24 ore dopo, di promesse non mantenute, di incompetenza al potere …. I primi due atti sono già stati registrati, il terzo, già avviato, potrebbe concludersi(forse)  nei prossimi giorni . Il produttore del reality, Mr. Mattarella, crede molto nell’operazione in corso, asseconda e dà tempo all’attivissimo protagonista assoluto, Mr.Conte- Zelig,  di rimpastare la parte e rimescolare le carte. Il cast di sostegno invece è variato nel tempo: per il terzo atto sappiamo che c’è un gran da fare per ingaggiare  un gruppo misto e variegato di parlamentari .

 La demotivazione da clausura obbligata e lo sconcerto per l’ onorevole mercato cui stiamo assistendo, hanno prodotto un canovaccio teatrale riepilogativo, un divertissment: ormai tutto in politica fa spettacolo e vale la frase ‘non capisco ma mi adeguo’.

Titolo: Poltrone e Si…fà, artigiani del di qua e di là

La storia  inizia nel 2018, dopo le elezioni che videro il trionfo dei 5 Stelle, entrati numerosissimi in parlamento e col ‘vaffa’come grido di battaglia

ATTO I Lo scopo:  Aprire la scatoletta di tonno (M5S)

I grillini saltellanti per il risultato elettorale, si alleano con la Lega, ingaggiano un Presidente del Consiglio, Giuseppi Conte, del tutto inesperto ma abile  nell’adattarsi in maniera mimetica a tutte le situazioni, interpretando in modo stupefacente le idee ora dell’uno ora dell’altro vice presidente del Consiglio, incapace di far valere la sua autorità in quanto tributario per la sua carica ai 5 Stelle : ottimo attore protagonista per conto terzi, spalmato sul ramo dell’albero del potere come un camaleonte, sempre pronto a dire signorsì e a studiare il sistema per restare in sella, comunque, dovunque e in ogni caso.

Colpo di scena: nell’estate 2019,  per conclamata incompatibilità di carattere la Lega si ritira dal reality. Sconcerto, il cast si è dimezzato, ma il Conte si trasforma in Zelig,  è appeso all’albero,  il dramma sta per esplodere ma…la saggezza del famoso  Antonio Razzi ‘Amico, quando  ricapita un ’occasione del genere?’ suggerisce a Mr.Sergio, il supervisore , che è cosa buona e   costituzionale spingere  Zelig a trovare altri attori perché lo show deve andare avanti!

  • ATTO II – La malia del privilegio : Il potere logora chi non ce l’ha  (belzebù)

I grillini saltellano sempre, d’altra parte è la loro natura, non sono capaci di mantenere un’andatura calma e lineare rispettando i principi sintetizzati nel ‘ vaffa’ iniziale . Bisogna rifare il casting ed ecco che si presenta il PD, sempre pronto a subentrare nei ruoli lasciati da altri, pronto a ‘ salvare’ lo spettacolo in nome della patria anche senza il consenso popolare, dimentico delle affermazioni drastiche  anti 5 Stelle: perfino LEU, i più o meno comunisti, vuole collaborare sempre in nome e per il bene del popolo italiano (sic!). Insomma il cast viene rinnovato per metà, un tripartito delle meraviglie porterà l’Italia nel meraviglioso mondo dell’Europa, proietterà nel globo il talento di Mr. Zelig pronto a mutar colore, da giallo-verde a giallo- rosso: questi in un anno ha imparato molto e così nel 2019 cambia cifra, rinnega tutto ciò che aveva fatto in precedenza ( tranne il reddito di cittadinanza, contributo da pagare ai suoi manager stellati) , smentisce regolarmente ogni coinvolgimento nelle varie situazioni pregresse come se fosse altrove durante l’attività parlamentare … La parte di protagonista è ancora sua. sua! Il governo giallorosso decolla, scordammoce o’ passate  e gli insulti reciproci: la scatoletta di tonno è aperta e i grillini hanno assaggiato la bontà di quel pesce e l’hanno gustato con i fiori di loto impastellati e fritti, adagiati sul piatto del potere. Scoppia l’epidemia di Covid: il virus dilaga, la clausura obbligatoria funziona a metà, l’Italia diventa un variabile Arlecchino, i soldi spesso sono spesi a vanvera, c’è un commissario che non è all’altezza ma non si sa perché è inamovibile, i vaccini  arrivano e non arrivano, i DPCM notturni si moltiplicano … insomma si scatena un pandemonio in pandemia, il dramma sembra stia per concludersi.

  • ATTO  III – La dipendenza: Meglio tirare a campicchiare che tirare le cuoia ( belzebù)

Prologo: In tal marasma, il promotore dell’alleanza  del fior di loto , (fuoriuscito intanto dal PD, ha fondato Italia Viva) sferra un colpo (forse) mortale a Zelig. Il protagonista  sembra però vivere un’altra storia: si ascrive tanti successi che in realtà non ci sono stati  (l’Italia  è in emergenza da un anno, ha in percentuale il maggior numero di morti Covid al mondo, il Pil è tra quelli più depressi, le scuole chiuse, le imprese a terra, il Recovery Plan non è pronto e invoca una piramide per gestirlo, … non si accorge che la nazione è scontenta

Argomento–  Zelig  è tramortito ma si riprende presto il posto che ormai sente di appartenergli di diritto per i voltafaccia fatti. Vuole la fiducia, passa per il parlamento e al senato solo l’astensione di  Italia Viva  evita il tracollo. Egli non cede e grida dal suo seggio ‘ Aiutatemi’, uomini di buona volontà, di tutti i colori, di  ogni credo, di ogni appartenenza … non voglio andar via!’ L’odor di velluto smuove  le truppe mastellate,  gli espulsi, i transfughi, i tabaccisti,  i binetti, i casini , i rotondi con l’occhio de falco, i cioffi con la catena del glucosio … Pattuglia raccogliticcia di vecchi attrezzi e nuovi voltagabbana che l’amore per il potere del cast che governa definisce volenterosi o responsabili o costruttori. Si contratta.  E   Sergio ? Assiso in trono  ha preso atto delle dimissioni di Zelig, ha dato tempo per le trattative con il cast dei trasformisti e forse si starà chiedendo che cosa  è meglio che accada.

Epilogo– Scommettiamo : Mr. Sergio costringerà  Mr.Zelig a riaprire a IV, offrirà al di- nuovo quadripartito  un piatto di fior di loto condito con bufala campana, tonno, sardine e innaffiato con un rosso intenso di LeU . Tutti felici e contenti ci diranno che hanno salvato la patria. Ai 5 Stelle, dopo tanti ‘vaffa’e tanti vuoti proclami  resterà la soddisfazione di mangiare un tramezzino al tonno diviso con Mastella.

Non è detto che vada così.  Chi vivrà vedrà!