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La Cgil segnala che in provincia di Teramo sono quasi 600 (esattamente 579) i docenti e gli ATA che hanno stipulato contratti COVID e che rischiano di tornare a casa dopo il 31 marzo, se non si interviene rapidamente. “Bisogna dare certezza a questi lavoratori. Le scuole ne hanno bisogno per organizzarsi n una situazione emergenziale che non è certamente finita”. 

Le incompiute della Provincia di Teramo, in cui per certi versi si può inserire anche Prati di Tivo, minacciano il governo del presidente Di Bonaventura e caricano l’ente di altri milioni di costi aggiuntivi. Il cahier de doléances parte dalla “storia infinita” del ponte di Castelnuovo “la cui realizzazione – a detta di Mauro Scarpantonio della Casa dei comuni – va avanti molto lentamente, mancano le bretelle e il costo ora è passato da 6 ad 8,5 milioni, mentre noi, nella scorsa legislatura, avevamo approvato il progetto definitivo con tanto di consegna dei lavori. La Provincia nelle incompiute è mancata perché si è preoccupata della manutenzione spicciola, che è più facile, e non delle opere complesse”. 

Una pandemia nella pandemia, quella degli adolescenti alle prese con i lunghi periodi di Covid senza scuola, senza amici e con il virtuale che ha imperato nelle loro vite, incrementando dipendenze da internet pericolosissime per i più giovani che, tra giochi e social, scambiano il giorno con la notte. L’allarme giunge da Chiara Caucci, responsabile di Neuropsichiatria infantile al Mazzini di Teramo. Già dal 2019 al 2020 le prestazioni nel reparto erano aumentate da 3 mila a 6 mila, e nel 2021 l’incremento è proseguito “portando alla luce casi di maggiori gravità”. “Abbiamo rilevato molti tentativi di suicidio, tante fobie scolari e disturbi della condotta alimentare. Tra i più piccoli abbiamo constatato disturbi del sonno. Poi abbiamo verificato irritabilità, disturbi alimentari e depressivi; sono pure aumentati in generale i disturbi dell’apprendimento e si sono accertati rallentamenti nelle acquisizioni scolastiche”. 

Sono attività commerciali storiche, ancora in auge, che hanno attraversato morte di papi, guerre e pandemie. Alcune nate nel 1856, altre nel 1912 o nel 1938, la maggior parte tra gli anni ‘60 e ‘70 del secolo scorso. Hanno resistito a crisi economiche, al cambiamento di mode e di costumi, di governi e di moneta. Sono rimaste in piedi grazie a “serietà, onestà e passaparola”, abbozza Danilo Falconi che ha un’ottica in Via Carducci, nata nel 1974 per mezzo di suo padre Alberico. Ora è un punto di riferimento. I primi scricchiolii li percepì con l’avvento dell’euro: “Prima un paio di Persol costavano 70 mila euro, dopo 80 euro”. Il segreto di restare sempre sul pezzo? “La passione direi. E l’assortimento. Dopo tanti anni di attività raccolgo i frutti, riesco a pagare ancora 7 stipendi ai miei dipendenti”. 

Guerra, Covid, e tanto altro ancora. “Non spaventatevi” è l’appello-esortazione del vescovo di Teramo, Lorenzo Leuzzi, diretta al mondo economico imprenditoriale. “Non siete soli”, sferza la platea della sala polifunzionale di Via Comi. “Un consiglio: preparatevi a momenti più difficili, questa è la vera sfida per voi imprenditori che dovrete costruire il futuro per gli altri. Ricordate: non siamo solo numeri ma qualcuno”: i toni che al contempo ammansiscono e spronano non sono affatto fuori luogo. 

“Tra i miei clienti avevo pure Boris Yeltsin, presidente della Russia dal 1991 al 1999”, ricorda Renzo Rastelli, presidente del Gruppo Aran che realizza cucine, quando parla dei tempi d’oro degli scambi commerciali con quel paese. “Facevamo milioni e milioni di esportazioni, questo già prima del 2014, prima dei fatti bellici del Donbass, che allora fecero segnare un meno 40% di export per noi”. La guerra in Ucraina sta segnando la nostra economia locale già provata terribilmente: “Importante ora capire se si riuscirà a bypassare il problema dello Swift”, cioè dei pagamenti attraverso le banche russe cui sono stati bloccati codici per emettere bonifici o altro, oggetto delle sanzioni occidentali.  

Video pacifisti da postare sui social perché diventino virali, raccolta di viveri e di medicine da spedire subito, consigli comunali con rappresentanti ucraini, supermercati in prima fila per aiutare il paese dell’Est europeo. Poi ancora: commercianti che mettono a disposizione la loro unica casa per una famiglia intera, le seconde case che sono concesse senza pensarci due volte, sindaci in prima linea e messaggi di tanta gente che sui social intende dare una mano. La gara di solidarietà dei teramani è commovente, dal mare alla montagna. Ente capofila a cui molti sindaci fanno riferimento è il presidente Anci regionale, Gianguido D’Alberto, che si avvarrà della struttura dell’ente “per creare un sistema organizzato d’accoglienza”. Metterà in campo a tal proposito uno sportello dedicato per raccogliere le disponibilità dei privati.  

La Asl di Teramo potrà recuperare, da marzo a dicembre 2022, ben 27 mila prestazioni sanitarie, tra chirurgiche, oncologiche e di screening andate perse tra le pieghe delle varie ondate del Covid. Un’attività poderosa che andrà a contrastare il notorio fenomeno delle liste di attesa e che si è potuta mettere in campo grazie alle risorse assegnate all’Abruzzo dal Ministero della Salute per recuperare i ritardi accumulati nel 2021 a causa appunto della pandemia. Dei 10,9 milioni assegnati alle quattro Asl, a Teramo sono arrivati 2,5 milioni, una somma ritenuta importante per dare un segnale di svolta ad un triste fenomeno, anche se recentemente gli sforzi di Circonvallazione Ragusa si stavano già facendo notare sul campo con un inizio di inversione del trend negativo. 

L’inflazione al 4,8%, assieme agli aumenti dei costi dell’energia, erode sempre più il carrello dei teramani: cambia il modo di fare spesa. Più oculata e più attenta alla scontistica. Si osservano con più accortezza le etichette per verificarne gli ingredienti. C’è chi fa il giro delle sette chiese per trovare i prezzi migliori ma c’è chi alla fine dei conti non è così spaventato da questa congiuntura epocale. Ciò che fa inviperire i Teramani sono gli aumenti dei beni primari: frutta, pane, carne. Si evita di riempire le buste di beni voluttuari, del superfluo, di quello di cui si può fare a meno, salse e salsine, prodotti di gastronomia. Rossana Nardicola, all’uscita dell’Eurospin di Via Irelli, chiede che il “governo intervenga per fare qualcosa, per mettere una pezza a questa situazione: io per il momento non ho limitato la spesa, mangio come prima ma gli aumenti delle bollette le pagheremo noi”. 

Contro questa maledetta congiuntura negativa, tra aumento dei costi di energia, pandemia e aumento delle materie prime, e buon ultimo la situazione in Ucraina, il presidente di Confindustria Teramo suggerisce ai suoi di allargare al green, alle energie alternative, al fotovoltaico e a quant’altro (tra cui cogenerazione e trigenerazione, cioè l’utilizzo del calore di scarto e il recupero di energia termica) per cercare di abbattere i costi delle super bollette energetiche. “Gli industriali della provincia mi chiamano e sono letteralmente incavolati perché negli interventi del governo non tutti vi rientrano – dichiara Lorenzo Dattoli – le misure non sono state fatte ad hoc per le aziende: bisognerebbe invece mettere in atto un sistema che davvero ammortizzi i costi di produzione per il mondo industriale”.   

È considerata “un’occasione storica” per la nostra montagna perché si combattano spopolamento ed atavica mancanza di servizi. Quasi 40 milioni, buona parte di fondi Pnrr, che andranno a bando e a supportare 80 progetti di rigenerazione culturale, economica e sociale a Castelli, che sarà riconosciuto “borgo internazionale della ceramica”, perché riviva e perché si riporti il paese agli splendori di un tempo. Ma rettore e diocesi nicchiano: “Il rischio del Pnrr – spiega Mastrocola – è che pensando che ci sia un fiume di denaro, si presentino progetti pur di presentarli”. Attenti “ai progetti perché nel passato molti di essi sono finiti nel nulla”- mette in guardia il vescovo. 

Si sta diffondendo in questi ultimi giorni a Teramo la truffa del condominio. Soprattutto nelle zone prevalentemente centrali, per ora, alcuni si spacciano per tecnici o addetti allo stabile chiedendo, o meglio estorcendo ai malcapitati, per la maggior parte anziani, una somma che varia dai 40 ai 60 euro con la scusa di realizzare nuovi impianti o altri tipi di lavoro. La truffa, che sta prendendo sempre più piede, è stata segnalata per prima da Barbara che nel suo post all’interno del gruppo Facebook “I ragazzi di Corso San Giorgio…tanti anni dopo” ha voluto mettere al corrente i suoi amici di navigazione, rendendoli edotti di cosa stesse avvenendo dalle sue parti: “La zona in questione è Teramo centro, Via Malaspina, Viale Bovio, Via Duca D’Aosta e Via De Benedictis, dove un signore (purtroppo non so se sia solo lui o ci siano anche altri, quindi una banda) pedina gli anziani per estorcere denaro dicendo che si tratta di pagamenti che vanno effettuati per il condominio. Intasca invece lui e sparisce”.