I giorni passano, la pace si allontana

Putin starebbe preparando le sue forze armate per compiere un test nucleare ai confini dell’Ucraina. Lo ha rivelato il Times citando un’informativa inviata dalla Nato agli Stati membri:
Si tratta di un rapporto dell’intelligence in cui si avverte di possibili azioni di Mosca fra cui quella di testare il drone sottomarino ‘Poseidon’ equipaggiato con una testata atomica. Secondo altre fonti, un treno militare russo della divisione nucleare sarebbe partito in direzione dell’Ucraina: l’unità è responsabile delle munizioni nucleari, del loro stoccaggio e manutenzione stando all’analista che sta in Polonia Konrad Muzyka”. Vladimir Putin potrebbe preparare le sue forze armate per compiere un test nucleare ai confini dell’Ucraina”. Il mondo è attonito e spaventato perché sa che in tal caso la guerra non sarebbe circoscritta e il nucleare non risparmierebbe nessuno.

Bugie e retorica dominano sovrane, sicchè coloro che parlano di armi nucleati attribuiscono all’Occidente la colpa della minaccia. “Il portavoce del CremlinoDmitry Peskov, ha affermato che la Russia non vuole “prendere parte” alla “retorica nucleare” dei “media e dei politici occidentali”. “Nei media occidentali, i politici occidentali, i capi di Stato ora fanno molti esercizi di retorica nucleare. Non vogliamo prendere parte a questo” .

Il mondo cerca la pace a parole, ma Papa Francesco non si stanca di giudicare questa guerra  una ‘pazzia’ e di chiedere a Putin (di cui condanna l’aggressione) e Zelensky di aprirsi ad un dialogo, benché ripugnante, pur di avviare un’alternativa alla guerra: pace nonostante. Dopo la mossa di Putin di dichiarare russi i territori che si è annesso con la forza, Francesco sollecita la pace almeno per amore dei popoli: « Chi ha scatenato il disastro, e ora minaccia l’atomica, si fermi per “amore del suo stesso popolo”, chi si difende non vada al di là del legittimo diritto alla difesa, e si dimostri un vero statista. All’uno chiede di fermarsi e all’altro di non essere sordo alle pur flebili prospettive di dialogo. Il Papa non si sottrae al riconosscimento della responsabilità russa: “Il mio appello si rivolge innanzitutto al Presidente della Federazione Russa’, ma al contempo rivolge  «un fiducioso appello al Presidente dell’Ucraina ad essere aperto a serie proposte di pace”». Il punto è: che significa ‘serie’? Comporta accettare di cedere i territori invasi? Quale ‘serietà’ di trattative è accettabile per gli uni e per gli altri?

Il Papa non manca di rivolgersi ai paesi terzi e alla comunità internazionale, giacché: “tutto il Pianeta rischia”. Infatti in questa Terza Guerra Mondiale combattuta pezzo a pezzo ha un ruolo fondamentale la comunità internazionale che può e deve intervenire nelle sedi istituzionali preposte e nei canali diplomatici più adatti: « A tutti i protagonisti della vita internazionale e ai responsabili politici delle Nazioni chiedo con insistenza di fare tutto quello che è nelle loro possibilità per porre fine alla guerra in corso, senza lasciarsi coinvolgere in pericolose escalation, e per promuovere e sostenere iniziative di dialogo ».

 Gli appelli del Papa sembrano cadere nel vuoto. Il suo dolore ‘per l’immane sofferenza della popolazione’ non basta  e l’escalation nucleare è lì, a un passo, come ai tempi dei missili di Cuba o come quando risuonò l’allerta atomica nei giorni dello Yom Kippur del 1973.  

Non ci resta che chiedere ancora col Papa, dopo sette mesi di sangue sparso inutilmente, che “si faccia ricorso a tutti gli strumenti diplomatici, anche quelli finora eventualmente non utilizzati, per far finire questa immane tragedia. Fermatevi, siamo ancora in tempo”.