Comunicato stampa e invito per il salotto – Rilettura delle donne vibratiane del novecento attraverso il libro “Eravamo contadine”

Mercoledì 11 Maggio  2022 alle ore 18,  nella Sede Caritas di Via Vittorio Veneto 11, a Teramo, la stagione primaverile del Salotto culturale “Prospettiva Persona” 2022 (patrocinio  MIC e Fondazione Tercas), insieme con l’UPM, propone una rilettura delle donne vibratiane del novecento   attraverso il libro di Galiffa Francesco, Eravamo contadine, Arsenio, 2021, a cura di Elisa Di Biagio

L’incontro sarà  in presenza e sulla piattaforma Google meet

È possibile iscriversi gratuitamente, inviando l’adesione (indicando nome, cognome, email) all’indirizzo segreteriasalottoculturale@gmail.com 

“Sono venticinque le donne della Val Vibrata, figlie di mezzadri o di piccoli proprietari, che si raccontano nel libro “Eravamo contadine” di Francesco Galiffa. Storie di vita che attraversano buona parte del ‘900, consumato in un angolo d’Abruzzo, ma significative di una cultura che non possiamo circoscrivere all’interno dei confini di un territorio. Il titolo indica il percorso interpretativo scelto dall’autore e sottintende la polivocalità di una narrazione che ambisce a tracciare una storia collettiva sia pure in ambito locale. È una vita in gran parte piena di fatiche e di sacrifici quella che emerge dalle testimonianze raccolte e riordinate in capitoli che seguono le stagioni della vita (infanzia, fidanzamento, matrimonio, maternità) e il lavoro, in campagna e in casa.” (dalla prefazione di Maria Rosaria La Morgia)

In presenza: si consiglia mascherina FFP2.     Sarà presente l’autore

La cittadinanza è invitata

Francesco Galiffa

è nato nel 1947 a Nereto (Teramo), dove vive tuttora. Si è laureato in Lettere Moderne a Chieti discutendo una tesi sul Brigantaggio post-unitario in Provincia di Abruzzo Ultra I  (Teramo).  
Ha insegnato materie letterarie alla Scuola secondaria con particolare attenzione alla  didattica attiva. Matteo Di Natale, che ha curato la postfazione, sottolinea come F. G. abbia “letteralmente setacciato gli aspetti più interessanti della cultura contadina: la vita rurale, gli antichi mestieri, gli usi, le tradizioni, i racconti popolari, la cucina tipica»
Appassionato di ricerca antropologica del territorio neretese e vibratiano, ne dà conto attraverso le sue pubblicazioni.