La Comunione Intima di Maria: Una Vita di Fede Silenziosa e Secolarizzata

27 Maggio 2023

Maria è costantemente e intimamente in comunione con Dio. Non compie i sacrifici riservati ai sacerdoti; con lei comincia il tempo in cui i sacrifici di lode e onore graditi a Dio saranno quelli tributati con cuore, corpo e anima: «Ascolta, popolo mio, voglio parlare […]. Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici; i tuoi olocausti mi stanno sempre davanti […] Offri a Dio come sacrificio la lode e sciogli all’Altissimo i tuoi voti; invocami nel giorno dell’angoscia: ti libererò e tu mi darai gloria […] Perché vai ripetendo i miei decreti e hai sempre in bocca la mia alleanza, tu che hai in odio la disciplina e le mie parole te le getti alle spalle? […]. Chi offre la lode in sacrificio, questi mi onora; a chi cammina per la retta via mostrerò la salvezza di Dio» (Sal 49, 7-23)[1].

Benché sia un’adolescente “luminosa”, Maria non si segnala tra quelle più in vista del villaggio, in termini di risorse materiali e culturali. La sua eccellenza è decisamente nascosta agli occhi dei compaesani che non sospettano che in lei è stata sigillata l’alleanza tra Dio e gli uomini. Nessuno può riconoscerla per abiti e segni distintivi, né vi è chi le tributi onori speciali. L’Angelo la raggiunge nella sua stanza, non nel tempio e nei luoghi del culto, per comunicarle la predilezione di Dio e la gravidanza. Le parla senza passare per la mediazione di adulti e di sacerdoti. Nel silenzio della casetta del piccolo borgo palestinese, Maria ascolta, s’interroga, pone domande, aderisce in piena coscienza, si mostra obbediente e libera: «Dove c’è lo Spirito del Signore, c’è la libertà» (2 Cor 3, 17). La tradizione iconografica ce la rappresenta in uno scenario pacificato, come una giovane donna appartata, composta in preghiera, senza particolari progetti personali. Scriveva L. Giustiniani: «Non era mossa da un suo sentimento o da proprie voglie, ma seguiva esternamente le vie della fede che la sapienza le suggeriva interiormente»[2]. Tutta la sua vita si svolge in una dimensione sommessamente laicale, anche dopo la nascita e lo sviluppo della missione pubblica del Figlio. La religione ebraica appare secolarizzata: Dio s’incarna nel corpo, nelle case, nella ferialità delle occupazioni giornaliere.

[1] «Tu non gradisci il sacrificio; se offro olocausti, tu non li accetti. Uno spirito contrito è sacrificio a Dio; un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi» (Sal 50, 18-19).

[2] L. Giustiniani, Sermone 8, festa Purificazione della B. V. Maria, Opera, 2, Venezia 1751, 38-39.