Maria: Amore materno e mistero avvolgente nella storia e nella fede

23 Maggio2023

Bisognerebbe tenere in maggior conto che l’angelo prima di annunciare la gravidanza fa una “dichiarazione d’amore”, benché diversa dai corteggiamenti lusinghieri dei classici rituali amorosi. Infatti, la prima frase è una comunicazione di predilezione: «Rallegrati, kecharitōménē: il Signore è con te» (Lc 1, 28), cui farà eco Elisabetta: «Benedetta tu fra le donne» (Lc 1, 42). La successione delle frasi è indicativa: prima viene l’amore. Diversamente, si ridurrebbe l’amore di Dio alla pianificazione di un figlio in funzione della salvezza, attraverso Maria, secondo un disegno strumentale che passa sopra la testa della donna finalizzata alla procreazione. È una chiave interpretativa generalmente poco approfondita benché carica di conseguenze antropologiche.

Il mistero che avvolge Maria attrae quanti avvertono il suo amore materno, pur avendo una fede incerta e diffidando della dottrina magisteriale e delle strutture della Chiesa. Infatti lungo il corso della storia non pochi ‘out’ hanno trovato rifugio in lei e l’hanno esaltata. Valga per tutti il caso dell’‘anticlericale’ Ch. Péguy che, riscoperto il cattolicesimo ed escluso dai sacramenti per ragioni di mancata ortodossia, si rivolge a lei e canta in Il portico del mistero della seconda virtù:

«A colei che è infinitamente grande /perché è anche infinitamente piccola.

A colei che è infinitamente ricca/ perché è anche infinitamente povera.

A colei che è infinitamente alta/ perché è anche infinitamente discendente.

A colei che è infinitamente salva /perché a sua volta salva infinitamente.

A colei che è tutta Grandezza e tutta Fede / perché è anche tutta Carità.

A colei che è la più imponente / perché è anche la più materna.

A colei che è infinitamente celeste /perché è anche infinitamente terrestre.

A colei che è infinitamente gioiosa/perché è anche infinitamente dolorosa.

A colei che è con noi / perché il Signore è con lei.

A Colei che è infinitamente regina /perché è la più umile delle creature»[1].

[1] Ch. Péguy, Il portico del mistero della seconda virtù, a cura di G. Vigini, Mondadori, Milano 1993, 193-194; cf A. Danese-G.P. Di Nicola, Il buio sconfitto, Effatà, Cantalupa (TO), 2016, 9-58.