“NO A VILLA MOSCA” SAREBBE UNA DISATROSA SCONFITTA
PER SANITA’ INNOVATIVA, CITTA’-TERRITORIO E BUONGOVERNO

Se non ce la faranno cittadini, comitati di quartiere e movimento d’opinione, a fermare le ruspe in marcia verso la periferica Piano d’Accio, ci riusciranno forse le tecnologie digitali e della telemedicina. Con gli esperti tutti concordi nel sostenere che la rivoluzione digitale sarà una potente alleata dell’ospedale anni ‘60 di Villa Mosca che, grazie all’innovazione, potrà superare “i limiti fisici e geografici” del concetto di ospedale tradizionale. Parole dei competenti in materia, che aggiungono: “Siamo abituati a pensare all’ospedale come un luogo fisico con i suoi letti e i suoi ambulatori in cui si pratica la medicina, con un modello che, seppure rivisto in alcuni concetti, risale alla metà dell’altro secolo. Secondo questo paradigma, una sorta di “ultimo miglio” della sanità”. Ma con la digitalizzazione della medicina è un mondo superato, “anche se ancora non perfettamente compresa, salvo eccezioni, dai professionisti sanitari e dai dirigenti della sanità, sia a livello locale che centrale”. Grazie al Covid-19 si è finalmente capita l’utilità della telemedicina, in particolare delle televisite e del telemonitoraggio. In ospedale si è compresa l’opportunità di praticare la medicina senza far spostare le persone, né i medici, facendo viaggiare le informazioni. “Primo passo importante -aggiungono gli esperti- di un percorso che può essere molto più ampio e che promuove nuovi modelli di cura e assistenza che superano i limiti della medicina tradizionale. Una sorta di “quarta dimensione” in grado di superare il concetto di luogo geografico, di tempo e di muri”. L’ospedale può diventare virtuale e, da struttura di cura e assistenza, diventa operativo su un territorio pressoché senza confini, entrando negli ambulatori delle cure primarie, nei piccoli presidi sanitari o direttamente nelle case delle persone. Questo è il miracolo della medicina digitale. “Nel senso che, invece di replicare gli ambulatori o i posti letto degli ospedali, disperdendoli sul territorio -sono sempre gli esperti a dirlo-, è possibile portare le competenze degli specialisti là dove servono, costruendo con la medicina digitale una rete di collaborazione clinica multi-professionale e multi-disciplinare in grado di realizzare una vera ed efficace integrazione delle cure”. È quanto già avviene in ospedali d’avanguardia e che possiamo fare anche qui. A patto che ripensiamo la Sanità a 360gradi, anche con l’utilizzo di aree e immobili dismessi, un patrimonio pubblico che avrebbe un effetto moltiplicativo, triplicando la somma investita. Il dato emerge da uno studio a livello nazionale di Nomisma, che aggiunge: “…la riqualificazione del patrimonio pubblico consentirebbe alle Amministrazioni locali di disporre di immobili con una rivalutazione di valore fino a oltre il 30%. Inoltre, la riqualificazione degli edifici rappresenterebbe per gli enti locali anche un risparmio in termini di manutenzione ordinaria e straordinaria, una voce di spesa che nel tempo può assumere un peso rilevante nei costi di gestione”. Ok?