Occuparsi della propria trave

Tanti anni fa ho capito che la responsabilità della mia felicità e della mia vita dipende in larghissima parte dal mio mondo emotivo irrisolto, da temi che mi porto dentro dall’infanzia e dei quali non ero consapevole. 
E onestamente non c’è tema più controverso o contraddittorio della sessualità nella nostra cultura: ce la sbattono in faccia ovunque, per venderci vestiti, cibo, detersivi, telefonini, macchine e assicurazioni, ma non se ne può parlare, è tabù, non si può vivere “liberamente”. Che contraddizione enorme. Quali conseguenze può avere questa guerra intestina?

Eppure l’istinto sessuale è un istinto naturale. Cosa succede se ce lo neghiamo? Se lo reprimiamo? Se facciamo finta di niente? Se non ne possiamo parlare “liberamente”?
Cosa succede se quello che nasce in noi come istinto naturale viene automaticamente giudicato come male da un’altra parte di noi? 
Una guerra all’interno del sistema. Una guerra che va avanti da un tempo infinito. Una battaglia dopo l’altra, una generazione dopo l’altra.
Non sto dicendo che ognuno dovrebbe seguire i suoi istinti naturali, ma che ne dovrebbe prendere coscienza senza giudicarsi per essi.

Se vuoi fare sesso e non puoi, fai la Sat Krya per 40 giorni, altrimenti diventi pazzo”  (la Sat Krya è un esercizio yoga)…  
Siamo circondati dalla pazzia, dai pedofili all’interno delle istituzioni religiose… Da dove nascono? E se nascessero da tutte quelle battaglie delle quali o non sono stati consapevoli loro o non lo sono stati i loro genitori?
Quello che si cerca di ignorare o reprimere, prima o poi diventa un gigante dentro.

È una pazzia quello che scrivo? Può essere, ma combacia con quello che vedo intorno a me quando le persone hanno un problema che non sanno da dove viene. 
Bisogna diventare consapevoli di quello che accade dentro di noi, anziché puntare il dito verso fuori, “occuparsi della propria trave…”.

Il dipinto è di René Magritte, La filosofia nel boudoir, collezione privata, New York