
Alcune settimane fa a Milano (in un quartiere residenziale e universitario) un neonato di nome Enea è stato lasciato nella “Culla per la vita” del Policlinico Mangiagalli. Pochi giorni dopo, una madre, subito dopo aver partorito in un capannone di periferia, ha affidato il suo bambino all’ospedale. Venerdì 28 Aprile una neonata è stata trovata senza vita da un passante, che ha notato una mano spuntare dal cassonetto giallo di raccolta di abiti usati, gestito dalla cooperativa “Città e Salute” (della rete “Riuse”). La neonata era stata avvolta in una felpa e il coperchio del cassonetto era girato quasi a invitare i passanti a gettare uno sguardo. L’opinione pubblica è stata scossa da questa successione di abbandoni di neonati, di cui l’ultimo nel cassonetto di rifiuti tessili. Non manca chi continua a posare un fiore bianco sul posto e a fermarsi per un momento di silenzio, riflessione, preghiera. Gli investigatori hanno lanciato appelli ai genitori della neonata, invitandoli ad uscire allo scoperto e a fornire una spiegazione su quanto accaduto, ma chi arriva a tanto non vuole certo palesarsi. Le ricerche si concentrano negli ospedali...
Alcune settimane fa a Milano (in un quartiere residenziale e universitario) un neonato di nome Enea è stato lasciato nella “Culla per la vita” del Policlinico Mangiagalli. Pochi giorni dopo, una madre, subito dopo aver partorito in un capannone di periferia, ha affidato il suo bambino all’ospedale. Venerdì 28 Aprile una neonata è stata trovata senza vita da un passante, che ha...