I Puritani

I Puritani
I Puritani inglesi

In ogni epoca si sono verificati imponenti flussi migratori determinati  o da difficili condizioni economiche, o da improvvisi mutamenti climatici, o da motivi politici e/o religiosi. Possiamo ricordare gli spostamenti dei gruppi “germanici” nel medio evo, la grave carestia del 1846/48 in Irlanda, che spinse milioni di esuli verso le Americhe, etc., e oggi gli spostamenti di tanti profughi che fuggono dalla  guerra o dalle difficili condizioni economiche dei paesi d’origine.                                                                                                           La migrazione del 1620 si presenta con caratteri particolari, essendo determinata da motivi prevalentemente religiosi, anche se con aspetti politici e sociali. I protagonisti di questo evento erano i puritani, un gruppo di dissidenti religiosi sorto nell’ambito della confessione anglicana con lo scopo di trasformare la chiesa d’Inghilterra sulla base del modello calvinista. Essi decisero di emigrare per sfuggire alle persecuzioni, mettendo in atto un espatrio di élite, poiché erano persone di una certa cultura e di buone capacità professionali, cui l’acceso spirito religioso conferiva una grande determinazione per l’attuazione dei loro ideali. Il puritanesimo si sviluppò in un periodo di grande sviluppo economico e manifatturiero in Inghilterra e ciò favorì l’affermazione di una mentalità aperta verso il futuro e ostile all’assolutismo; la confessione puritana si caratterizzava, infatti,  per un forte individualismo religioso e per la predisposizione al confronto e al dibattito.  Affermava i diritti di natura, concessi all’uomo direttamente da Dio, considerati inalienabili e spesso opposti al diritto positivo.                                                                                            

Il rigorismo religioso si accompagnò ben presto a un rigorismo politico che rifiutava l’organizzazione gerarchica della chiesa episcopale, orientandosi verso la separazione della religione dalla politica e verso forme associative di tipo presbiteriale, più democratiche, opponendosi in modo radicale al cattolicesimo romano sia sul piano strutturale sia su quello dottrinale. Contro il fasto sia del cattolicesimo sia dell’episcopalismo inglese, i puritani erano fautori di una vita semplice, animati da un utopismo sociale che propugnava l’affermazione delle libertà personali e l’eliminazione dell’ingiustizia e della povertà. In campo politico respingevano l’assolutismo di Giacomo I che, per mantenere il controllo sul Paese, combatteva sia i cattolici sia i puritani.                                                                                                                                                                          

Myflower

I puritani, desiderosi di attuare una comunità di eletti, emigrarono dapprima nei Paesi Bassi (Olanda), guidati da Jhon Robinson, un ex sacerdote anglicano, da Jhon Smith e da Jhon Carver, ex diacono. Nel 1619 ottennero la concessione da parte della Compagnia della Virginia (2) di una parte di quel territorio; l’anno successivo vennero concesse delle “lettere patenti” da Giacomo I alla Compagnia di Plymouth per la colonizzazione della Nuova Inghilterra, detta poi Consiglio della Nuova Inghilterra, ed è nella parte meridionale di questo territorio che sbarcarono.                                         

i Padri Pellegrini

Nel settembre del 1620 (il giorno è incerto) si imbarcarono su un bastimento preso in affitto, il Mayflower, approdando sulle coste americane il 9 novembre 1620. Questi circa 120 “migranti”, detti Pilgrim Fhaters – Padri pellegrini – Giunti nella nuova terra, stipularono il Patto del Maryland , decidendo di fondare una colonia autonoma, senza utilizzare la concessione della compagnia commerciale. Fondarono così sulla costa nord del Massachusetts la Colonia di Plymouth, che venne riconosciuta il 1 giugno del 1621,  all’interno della quale la guida della comunità venne affidata a William Bradford, eletto governatore per 30 anni.  Il Consiglio della Nuova Inghilterra vendette ai nuovi coloni quel territorio e fornì dei finanziamenti, dietro la garanzia che avrebbero esercitato attività commerciali di pelli e prodotti ittici. Quando la Compagnia fallì, nel 1627, i coloni dovettero contare solo su se stessi. Si organizzarono su base democratica, formando un’assemblea che eleggeva il governatore e i suoi assistenti. La colonia di New Plymouth nel 1691 venne assorbita dalla Compagnia per la baia del Massachusetts, fondata nel 1629 anch’essa da puritani, che avevano fondato Salem e, nel 1630, la città di Boston, centro principale della colonia. L’amministrazione del territorio, formalmente democratica, in realtà era una oligarchia formata da un gruppo ristretto di dirigenti; i diritti politici venivano concessi solo agli appartenenti alla chiesa puritana. In tal modo si crearono le basi di un atteggiamento moralista e  intollerante nei confronti delle altre confessioni, in particolare quaccheri e anabattisti, che vennero a loro volta perseguitati (si ricorda la persecuzione di Salem del 1692, quando venne celebrato un processo per stregoneria in cui 14 donne e 6 uomini vennero condannati a morte e impiccati). Contro l’intolleranza e soprattutto contro l’unione di potere politico e potere religioso si era schierato il riformatore Roger Williams, che per la sua posizione venne espulso da quella comunità. In seguito Wiliams fondò la colonia di Rhode Island e la città di Providence, continuando nella sua lotta a favore della tolleranza e schierandosi contro l’espropriazione delle terre agli indigeni.