La vita in Siria

La vita in Siria

riceviamo da Domingos Dirceu Franco:

<Circa 12 milioni di siriani vivono praticamente senza gasolio da riscaldamento, benzina ed elettricità. Adesso fa un freddo gelido a Damasco e presto la città sarà ricoperta di neve. Anche Aleppo, Homs e Hama affrontano il freddo estremo.

 Le ambulanze  ora prendono solo le emergenze perché hanno bisogno di risparmiare benzina. Sul mercato nero, una tanica di benzina da 20 litri costa l’equivalente di 50 dollari.

L’Unione Europea, gli Stati Uniti, il Canada, l’Australia, la Svizzera, la Lega Araba e altri paesi hanno imposto sanzioni alla Siria dal 2011. Le sanzioni miravano a rovesciare il governo siriano prosciugandolo di risorse. Il “cambio di regime”  è fallito, ma le sanzioni non sono mai state revocate.

Alena Douhan , professoressa di diritto internazionale all’Università statale bielorussa e direttrice del Peace Research Center, rappresentante delle Nazioni Unite per i diritti umani, dopo una visita di 12 giorni in Siria, Douhan ha scoperto che la maggior parte della popolazione siriana ora vive al di sotto della soglia di povertà e manca di cibo, acqua, elettricità, riparo, combustibile per cucinare e riscaldarsi, trasporti e cure mediche. Ha parlato del continuo esodo di siriani istruiti e qualificati a causa delle difficoltà economiche del paese. La Douhan ha scritto nel suo Rapporto: “Sono stupita che vengano utilizzate misure coercitive unilaterali, incompatibili con i diritti umani, che portano al completo isolamento economico e finanziario di un Paese i cui abitanti stanno lottando per ricostruire una vita dignitosa dopo un decennio di guerra.” Ha concluso: “Le sanzioni unilaterali contro la Siria, imposte dai singoli stati eludendo il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, hanno l’impatto più negativo sulla vita dei siriani e minano seriamente gli sforzi per ripristinare le infrastrutture distrutte e il paese nel suo insieme”. >

Nonostante, il Rapporto sia uscito ormai da due mesi, sia una denuncia chiara e grave, i media ed i governi occidentali non hanno reagito.
La Tenda vuole darne conto.

La foto in alto è di Domingos Dirceu Franco