Ospite giapponese

Ospite giapponese

Nel mio Airbnb non ho mai accettato ospiti che non hanno recensioni, perché con i miei ospiti condivido il bagno e la mattina la cucina dove offro loro la prima colazione.

Quando mi è arrivata la richiesta da parte di Mizu ci ho pensato un attimo, perché era la sua prima esperienza su Airbnb, quindi non aveva recensioni (e dal nome non capivo se fosse un uomo o una donna…).

Ma il messaggio che mi ha scritto era il seguente:

Cara Chiara, ho visto che affitti una bella camera e mi piacerebbe molto poter pernottare da te. Vengo da Tokio e passerò soltanto una notte a Francoforte perché voglio visitare lo Städel (nota mia: meravigliosa Pinacoteca locale) prima di proseguire per la Francia, dove passerò un periodo di vacanze. C’è qualcosa che ami del Giappone o della nostra cultura?…”

La mia pancia ha detto sì.

È arrivata ieri sera: dalla telecamera del citofono ho scoperto che era una ragazza. 

Prima di entrare ha chiesto se doveva togliere le scarpe e dove poteva metterle.

Poi… 

Chiara, posso spostare lo sgabello che è in camera verso la finestra?

“Certo. Sposta quello che vuoi”…

Poi mi ha chiesto il permesso per usare il bagno, gli asciugamani (che erano in camera sua), bere l’acqua e mangiare altre cose (mela, merendina, etc. che erano in camera sua). 

Ovviamente mi ha fatto anche sorridere (a me occidentale… NB), ma ho pensato che se tutti i miei ospiti fossero stati altrettanto rispettosi non avrei mai ricevuto le brutte sorprese che a volte nel passato mi sono capitate.

Indovinate cosa mi ha chiesto ieri sera verso le 21:30? 

Va bene se adesso vado a dormire?

Voi direte, se gestisci in airbnb non vorrai gestirlo come una maestra dell’asilo? Certo che no, ma immagino che le accortezze di Mizu siano anche dovute al fatto che lei non conosce me e le mie abitudini e vuole assicurarsi di non calpestarmi/ci.

Quanti milioni di abitudini, stili di vita e tradizioni esistono?
Noi occidentali tendiamo a crederci il centro e il meglio del mondo, a giudicare chi diversamente parla, mangia, vive, si veste, e addirittura – quando ci penso oggi mi sembra incredibile, ma questo crea nel 2023 ancora le separazioni più forti – noi GIUDICHIAMO GLI ALTRI per il loro mondo interiore, per la loro religione e/o spiritualità (senza capire che ogni giudizio è di per sé una dichiarazione di separazione da Dio, perché se credessi veramente in Dio, se avessi veramente una relazione con Lui, sentiresti che Dio è Padre di tutti). Ma così siamo noi, avvolti dal nostro ego, e perennemente nel giudizio e nella separazione (e le conseguenze le paghiamo noi… anche in salute, pur non comprendendolo ancora). 

Insomma stamattina Mizu mi chiede se sono un’artista. Le dico sì. Pronuncia un “oh!” meraviglioso. Sì, come i bambini dell’asilo… Subito dopo mi ha chiesto di poter fare delle foto. Permesso accordato. 

Poi si è messa a tavola per fare colazione (dopo avermi chiesto dove poteva sedersi, naturalmente).

Le ho chiesto se voleva un cappuccino. Ha detto sì. A tavola c’erano già caffè, tisana, succhi, latte e tanto altro solido ben di Dio (cornetto, panino, burro, miele, marmellata, etc.), quindi intanto le ho augurato buon appetito. E mi sono messa a preparare il cappuccino. 

Quando le ho portato il cappuccino (forse 5 minuti dopo), mi ha chiesto se poteva quindi cominciare a mangiare… 


 Immagine: il bigliettino che ha lasciato Mizu sulla scrivania in camera sua. La cortesia, il rispetto, un gesto di gentilezza fanno così bene… e non costano nulla.