Buon Natale, amici!

Vi propongo di guardare con me il particolare di un’ opera del pittore  Pietro Lorenzetti, fiorito tra il 1200 e il 1300 in Toscana, dove, sulla via tracciata da Giotto, ci si ispirava all’arte “gotica”, anche se presa con più ampio respiro in quanto più vicina a valori profondamente umani.

Stiamo parlando della “Madonna con Bambino trai santi Francesco e Giovanni Evangelista” che si trova nella Basilica Inferiore di Assisi.

Non se ne abbiamo i due santi se punteremo la nostra attenzione solo sui due protagonisti del dipinto: la Madre e il Figlio.

Il loro atteggiamento reciproco  è il motivo fondante della nostra scelta di cui tra poco diremo ma prima è d’obbligo accennare all’epoca, allo stile, alle influenze. Con chiarezza evidente traspare l’elemento giottesco dentro un’epoca tutta dominata da questa grande figura.

Come Giotto, il nostro coglie il soggetto con partecipazione e commozione tali da affidare all’opera un messaggio  che non si lascia fraintendere. Egli ha vivo il senso della realtà che unisce le due divine figure, né può sottrarre questo momento, che è quello della tenerezza, del contatto impalpabile fra madre e figlio, alla fatale necessità dell’evento.

La Vergine e il Bambino tessono, con gli occhi fissi l’una nell’altro, un dialogo profondo e rendono compiuto, coi gesti, il significato dell’intera loro storia umana e divina.

La madre, bellissima nello splendore della sua corona raggiante, assume tuttavia uno sguardo malinconico, uno sguardo che sembra chiedere qualcosa.

La sua mano destra, col pollice rivolto a se stessa, aiuta il significato della scena, come lei dicesse: “ ma hai veramente scelto me per percorrere la tua strada? E io ce la farò?”

Ed ecco la risposta del pargolo, chiusa in quegli occhi fermi e sapienti, la piccola mano nel gesto trinitario ad esprimere la docenza, guarda sua madre e le conferma il suo mandato e tutto ciò che li unirà.

Più che nel misticismo di tante altre bellissime immagini che celebrano questo primo contatto di Cristo e Maria, abbiamo voluto rappresentare il Natale nel suo senso più pieno e profondo, nella sua più vera essenza che è quella legata alla Redenzione.