Justus von Liebig (1803-1873): l’uomo che inventò il latte artificiale.

Justus von Liebig (1803-1873): l’uomo che inventò il latte artificiale.

Sembravail boato di un colpo di cannone. Ma da dove proveniva? La Benares, nave della British East India Company, era ormeggiata vicino all’isola indonesiana di Sulawesi; il comandante, credendo di trovarsi non molto lontano da un vascello pirata, diede subito l’ordine di salpare. Ma non fu trovata traccia alcuna di velieri e tanto meno di cannoni; quello che avevano udito era l’inizio di una terrificante eruzione del vulcano del Monte Tambora situato a mille chilometri da Giava. Un vero e proprio cocktail di gas tossici e roccia liquefatta scese rumorosamente lungo le pendici del monte alla velocità di un uragano causando la morte di migliaia di persone. In seguito si accertò che l’altezza della montagna era diminuita di alcune centinaia di metri! Era l’anno 1815; ben presto una densa nuvola di cenere vulcanica si diffuse nell’emisfero settentrionale oscurando il sole per diversi mesi. In Europa fu l’anno “senza estate”. I raccolti furono scarsissimi e tanti si ridussero a nutrirsi di erbacce, cani e gatti.

La sofferenza causata dal fenomeno colpì profondamente un adolescente tedesco di 13 anni, di Darmstadt, Justus von Liebig, che amava trascorrere gran parte della giornata nel laboratorio di suo padre, mettendo a punto intrugli, vernici e sostanze lucidanti da immettere sul mercato. Studiò Chimica laureandosi brillantemente e si prefisse come obiettivo la scoperta di qualcosa che potesse prevenire la fame. Portò avanti con successo le prime ricerche sui fertilizzanti e, analizzando gli alimenti in termini di grassi, proteine e carboidrati, fu uno dei pionieri della scienza della nutrizione, arrivando alla composizione dell’estratto di carne.. ma Liebig “inventò“ qualcosa di ancora più importante: il latte artificiale.

Ammesso per la prima volta sul mercato nel 1865, il Latte Solubile per Bambini era costituito da una polvere comprendente farina di frumento, farina di malto e bicarbonato di sodio e fu il primo vero sostituto commerciale del latte materno risultante da un rigoroso studio scientifico. Tim Harford, economista ed editorialista del Financial Time dedicò un intero capitolo all’argomento in un trattato: Le 50 cose che hanno fatto l’economia moderna. Liebig, osserva lo scrittore, ben sapeva che non tutti i bambini erano allattati al seno; spesso non avevano neanche una madre, considerato l’alto tasso di mortalità post partum. Sicchè, per il nutrimento dei neonati, chi poteva ricorreva alla balia, altri facevano uso di latte di capra o di asina o ricorrevano ad un intruglio di pane ed acqua preparato in condizioni igieniche discutibili e di scarso valore nutritivo. Il tasso di mortalità infantile nella prima metà del secolo XIX era molto alto e solo due bambini su cinque di quelli non allattati al seno materno raggiungevano il primo anno di vita.

L’invenzione di Liebig giunse in un momento in cui lo studio sui batteri stava facendo passi da gigante; presto il latte artificiale divenne una libera scelta per molte mamme, scelta prima consentita solo ai benestanti. Le donne che dovevano o volevano ritornare al proprio lavoro, preoccupate per la paga o per la carriera, consideravano il prodotto un vero e proprio dono del cielo. Col tempo, sempre più governi hanno approvato leggi in favore della maternità seguendo l’esempio della Scandinavia, consentendo così anche all’altro genitore di godere di un periodo di astensione dal lavoro; il latte solubile era facile da preparare anche per i neo papà.

Nella seconda metà del secolo, però, il prodotto ha avuto molti detrattori per la presenza sul mercato di qualità di latte scadenti pubblicizzate da industriali senza scrupoli e si incominciò ad incoraggiare le mamme all’allattamento al seno. La controversia raggiunse il picco negli anni Settanta, quando i pediatri registravano deficit di crescita, segni di rachitismo e scorbuto, fra i piccoli allattati artificialmente, specialmente nei paesi più poveri. Ma Liebig non affermò mai che il latte solubile fosse migliore del latte materno, bensì solo che era stato concepito quanto più possibile simile a quest’ultimo. E’ stato quindi messo a punto un Codice Internazionale per i sostituti del latte materno; il che non ha impedito che nel 2008, in Cina, venisse riscontrata la presenza di sostanze chimiche industriali in alcune qualità di latte solubile. Ben trecentomila neonati presentavano sintomi di allergie e numerosi furono i casi di decesso. Tim Herford dà notizia anche dell’iniziativa di una società americana, Ambrose Labs, che importa latte materno dall’Asia, latte che viene immesso sul mercato dopo rigorosi esami. Forse, suggerisce l’economista britannico, i governi potrebbero tassare il latte solubile e creare un fondo per l’acquisto di quello materno.

L’invenzione di Liebig suonò le campane a morte della balia, intesa come professione: la catena alimentare globale potrebbe riportarla in vita!