Canto d’autunno

Autunno, autunno di rosso vestito, autunno coraggioso, complesso e profondo. Autunno concentrato sul senso della vita, sulla ricerca interiore, sulle risposte da porgere, eleganti e vere, mai banali, mai più elusive, risposte mature, come i grappoli di uva dorata, dove ogni parola come un acino, è più saporoso del precedente.

Autunno con il corpo non sempre efficace, un carico di sapienza ed esperienze, leggere e vere, quelle che permettono nei passaggi impervi di rimanere in equilibrio, facendo affido al passo lento e misurato, non ancora stanco.

Autunno con cieli tersi e velature pastello, autunno nel gioco delle foglie multicolori sollevate dal vento in un turbinio di ricordi di feste lontane; autunno con i frutti ridenti sugli alberi spogli; autunno l’ossimoro. Autunno senza clamori, autunno a megafoni spenti ti racconta le storie vissute a te che forse le hai dimenticate; autunno metafora della vita. Autunno pronto a regalare acqua, ma anche vino a chi non vuole solo dissetarsi, ma anche rinfrancarsi; autunno generoso.

Autunno, come un cane fedele, ti lecca piano la mano e con il buio a sorpresa ti riporta a casa a sognare il profumo delle castagne cotte al fuoco, a guardare la pioggia che scende oltre i vetri appannati.

Passi scricchiolanti

Autunno maestro nel fare bagaglio.

Pochi essenziali beni e leggero sarà il tuo sacco;

con lui, compagno asciutto, le lunghe notti

imbiancate di neve alta attraverserai.

Un frutto polposo e uno a chicchi,

un pugno di noci e mandorle dolci,

poche mele rosse profumate

e un mandarino giallo

a ricordare il sole dell’estate andata.

Autunno, andante nostalgico,

con il bagaglio sulle spalle, ancora scopro,

vivo, assaggio i tuoi frutti e spremo

quelli che restano entro botti di antica fattura.

Maria Matani