Spigolature

ORFANO : termine collegato al latino ‘ORBUS’, indica una persona minorenne che ha perso uno o entrambi i genitori…ma in TV ho sentito definire orfani due fratelli ben al di sopra dei vent’anni, e non è certo la prima volta. Si potrebbe pensare ad errori lessicali, dovuti al fatto che manca un termine per indicare maggiorenni senza genitori, ma non è così : innanzitutto, senza scomodare Freud, gli errori sono spesso spia di idee e convinzioni, in secondo luogo, quando il fenomeno è diffuso, più che di errori si deve parlare di tendenze, atteggiamenti, orientamenti sociali.

Infatti la parola  “orfano” richiama ad una condizione di minorità, di manchevolezza, di traumi giovanili, e quindi non è neutra, decisamente no, è proprio usata per definire una privazione arrivata anzitempo e che ha portato problemi nello sviluppo della personalità. Riflettendo, io, che ho perso mio padre a 26 anni e mia madre a 37, non ho mai avuto la sensazione di essere rimasta ‘ orfana ‘, ho solo capito che era arrivato il momento di farcela da sola, che non ero più ‘figlia’, e che ero già ‘adulta’ da un bel po’.

Ecco, appunto, ‘orfani ‘ come contrario di ‘ adulti’, questa è l’attuale tendenza, perché le parole hanno quasi sempre un peso che va oltre il loro significato, come dimostra anche il prossimo commento :

‘ DA QUANDO SONO PICCOLO ‘ è una frase assai comune che, come dovrebbe sapere ogni, anche modesto, conoscitore della nostra lingua, contiene un errore. Infatti l’espressione temporale ‘ da quando’, se usata per indicare un evento terminato, vuole sempre e solo verbi al tempo passato, perciò , correttamente,‘ da quando ero piccolo’. Il verbo al presente si usa solo se l’evento di cui si parla continua ancora oggi, per esempio ‘ da quando lavoro, la sera sono stanco’.

E qui casca l’asino, infatti l’estrema diffusione di questa espressione, che potremmo definire ‘infantile’, ha un suo perché : è sempre, come per ‘orfano’, il tentativo generalizzato della nostra disgraziata epoca di prolungare più che si può l’infanzia, la giovinezza, l’immaturità, fenomeno tanto più grave perché evidentemente inconsapevole. Sarebbe come dire “ sì, non sto combinando granchè, non so ancora cosa fare della mia vita, ma bisogna tener conto che sono ancora un ragazzo, sì, vabbè, di 40 anni, ma orfano…”

Le parole svelano il mondo, e spesso lo modificano, perciò non le sottovalutiamo, non minimizziamo, ma lottiamo per difenderle da manomissioni, manipolazioni, forzature che inevitabilmente finirebbero per alterare la realtà.

Vostra scrupolosa Lucia Pompei